Ricerca personalizzata
Ricerca personalizzata
zanox_set2_728x90_it

martedì 24 luglio 2012

Chiesto il processo per Vendola


BARI
Concorso in abuso d’ufficio. Questa l’accusa dalla quale, dal 27 settembre prossimo, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dovrà difendersi davanti al gup di Bari Susanna de Felice dopo che la procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio.

La richiesta di processo non riguarda solo il governatore della Puglia ma anche la sua grande accusatrice, l’ex direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino, ribattezzata "lady Asl" perché implicata in diverse inchieste sulla gestione della sanità pugliese e per i suoi rapporti assai stretti con l’immancabile Gianpi Tarantini, l’ex re delle protesi. Dopo aver ricevuto la notifica della fissazione dell’udienza preliminare, Vendola si è detto sereno: «Posso solo dire - ha sottolineato - che finalmente tiro un sospiro di sollievo essendomi così data la possibilità di spiegare, dinanzi al giudice, la correttezza dei miei comportamenti».

Vendola dovrà difendersi dall’accusa di aver istigato Lea Cosentino affinchè l’ex dg riaprisse i termini del concorso per l’incarico quinquennale di direttore medico della struttura complessa di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Questo perchè - secondo l’accusa - Vendola voleva che al concorso partecipasse un medico che egli intendeva favorire, il dottor Paolo Sardelli. Questi (che nel 2007 ha compiuto a Foggia, assieme ad un primario di Barcellona, il primo trapianto da cadavere) nel 2009 partecipò e vinse il concorso e ancora oggi guida il reparto che è ritenuto un fiore all’occhiello della sanità pubblica pugliese. Per la pubblica accusa, il pressing di Vendola su Cosentino altro non è che un abuso d’ufficio perchè avrebbe provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Sardelli, che poco prima aveva visto svanire un incarico direttivo presso l’ospedale "Di Venere" del capoluogo pugliese.

Gran parte del lavoro degli inquirenti si basa sulle dichiarazioni di Cosentino che ha riferito ai magistrati quanto le avrebbe detto Vendola all’epoca dei fatti, riferendosi alla riapertura dei termini per la presentazione delle domande del concorso per l’ospedale San Paolo: «Non ti preoccupare di questa cosa! Ti copro io!». La pressione di Vendola nei confronti di Cosentino avvenne - secondo la procura di Bari - «in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse» e «sulla base di una motivazione pretestuosa e in sè contraddittoria (asserita esigenza di ’una ampia possibilità di sceltà in relazione alla ’esiguità del numero dei candidati che hanno presentato domandà, in palese contrasto con la dichiarata ’specifica particolarità della disciplina oggetto della selezionè)». Dopo la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, «con deliberazione del 19 aprile 2009 n.9183/1 Cosentino - per la pubblica accusa - "presceglieva" - fra i soli tre candidati presenti alla prova colloquio tenutasi il 30 marzo 2009, tutti dichiarati idonei dalla Commissione di esperti ed ’inseriti nella terna da proporre al Direttore generale per la nominà (...) - il dott.Sardelli ai fini del conferimento dell’indicato incarico».

Nessun commento:

Posta un commento